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Dal debutto su Lifetime nel 2018 al successo mondiale su Netflix, la serie con Penn Badgley si conclude il 24 aprile 2025 con una scelta narrativa definitiva, ma inizialmente si era pensato a un epilogo molto diverso
Con l’uscita della quinta e ultima stagione, disponibile su Netflix dal 24 aprile 2025, si è chiusa ufficialmente la storia di Joe Goldberg, il protagonista di You interpretato da Penn Badgley. La serie, iniziata nel 2018 su Lifetime e proseguita sulla piattaforma streaming dal secondo ciclo in poi, ha accompagnato gli spettatori per sette anni, raccontando l’ascesa e la caduta di un personaggio disturbante, affascinante e sempre più pericoloso.
Nel corso di un’intervista concessa al New York Post, gli showrunner Justin W. Lo e Michael Foley hanno rivelato che il finale visto in streaming non è stato l’unico possibile. Durante la scrittura delle prime versioni della sceneggiatura, si era ipotizzato anche un epilogo dai toni sovrannaturali, che avrebbe trasformato Joe in un fantasma. Una scelta che avrebbe radicalmente cambiato il tono dell’intera serie.
Il finale alternativo: Joe morto, ma il pubblico lo scopre solo all’ultimo
Nelle fasi iniziali della stesura, Lo e il suo team avevano immaginato un epilogo molto diverso. In una delle versioni più estreme, Joe veniva ucciso da Bronte, il personaggio interpretato da Madeline Brewer, oppure rimaneva vittima di un colpo di pistola. Ma il dettaglio più sorprendente stava nel fatto che il pubblico non avrebbe scoperto subito la sua morte: soltanto nell’ultima puntata si sarebbe rivelato che il protagonista era già morto, e stava agendo come una presenza fantasmatica.
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Lo ha spiegato così: “C’era una bozza in cui Joe era morto e lo spettatore lo scopriva solo alla fine. Avevamo anche pensato a una scena in cui gli sparavano. L’idea era giocare con la percezione della realtà, ma alla fine ci è sembrata troppo distante dal tono della serie”.
Il passaggio a un registro quasi horror, pur interessante, è stato scartato per coerenza narrativa. La serie, pur avendo spesso mostrato momenti disturbanti e visionari, ha sempre mantenuto un impianto realistico. I produttori hanno deciso di non rompere quel fragile equilibrio proprio nel finale.
La condanna all’ergastolo: nessuna redenzione, solo resa dei conti
Alla fine, gli autori hanno optato per una chiusura più lineare e definitiva. Nell’episodio finale, Joe viene arrestato e condannato all’ergastolo. Nessuna fuga, nessun colpo di scena salvifico: il protagonista viene messo di fronte alle sue responsabilità. Una scelta voluta, e non improvvisata.
Foley ha raccontato che il gruppo di scrittura condivideva l’idea che Joe non potesse cavarsela impunito. Non c’era spazio per una redenzione, né per un cambiamento dell’ultimo minuto. “Il nostro obiettivo – ha detto – era farlo confrontare con le persone che aveva ferito. E con se stesso”.
Fin dalla prima stagione, Joe Goldberg è stato costruito come un narratore inaffidabile, spesso convinto di agire per amore, pur compiendo atti violenti e manipolatori. La decisione di condannarlo, senza lasciargli scampo, chiude coerentemente un arco narrativo che ha sempre flirtato con l’ambiguità ma senza mai assolverlo.
Il team creativo ha confermato che non sono previste spin-off né estensioni future. “La storia è chiusa”, ha dichiarato Lo. E questa volta, per davvero.