Arrival è un thriller di fantascienza volutamente provocatorio del celebre regista Denis Villeneuve.
In uscita il 24 novembre, nel cast vanta la presenza di Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker e Michael Stuhlbarg. Un misterioso oggetto proveniente dallo spazio atterra sul nostro pianeta, per le susseguenti investigazioni viene formata una squadra di élite, capitanata dall’esperta linguista Louise Banks. Mentre l’umanità vacilla sull’orlo di una Guerra globale, Banks e il suo gruppo affronta una corsa contro il tempo in cerca di risposte, e per trovarle, farà una scelta che metterà a repentaglio la sua vita e, forse, anche quella del resto della razza umana.
Il film, basato sul racconto Storia della tua vita (Stories of Your Life) di Ted Chiang, ed è stato presentato alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
“Sognavo di fare un film di fantascienza già dall’età di dieci anni, credo che questo genere possieda il potenziale ed i mezzi per esplorare la nostra realtà in modo molto dinamico”, spiega il regista Denis Villeneuve.
“Dopo essere stato contattato per la prima volta da Dan Levine e Dan Cohen per la realizzazione del film mi fecero arrivare un DVD del film di Denis, Incendies (2010), così che potessi farmi un’idea di quello che avevano in mente. Questo ha giocato un ruolo importante nella mia decisione di farmi coinvolgere nel progetto.
Se mi avessero mandato una copia di un film di fantascienza convenzionale di Hollywood, probabilmente li avrei ignorati. Solo qualche anno dopo, Denis venne scritturato per dirigere il film ma era lui il regista che avevano in mente già dall’inizio”, dice Chiang.
Villeneuve si è avvicinato ad Arrival in modo diverso per una certa serie di motivi. Inizialmente infatti non aveva tempo per scrivere la sceneggiatura perché si trovava impegnato con le riprese di Prisoners (2013):
“Non avevo tempo per scrivere una sceneggiatura e, ad essere onesti, non sapevo neanche affrontare quel racconto breve perché è molto intellettuale, in modo forte e bellissimo, ma da un punto di vista del dramma era un po’ difficile da articolare perché parla di processi particolari”.
“Si sono presentati di nuovo qualche mese dopo con una sceneggiatura scritta da Eric Heisserer che era sorprendentemente buona dico sorprendentemente perché Eric era riuscito a romanzarlo e a creare un senso di tensione e dramma all’interno di quel processo di traduzione”.
Sebbene Villeneuve fosse stato da sempre la prima scelta dei produttori per la regia del film, l’avventura di Arrival iniziò quando Heisserer, il suo amico produttore Dan Levine e il produttore esecutivo Dan Cohen, erano alla ricerca di un progetto a cui collaborare. Levine e Cohen erano grandi ammiratori della scrittura di Heisserer, perciò i tre si sono incontrati per discutere di alcuni progetti potenziali.
Dopo due ore di discussione non erano ancora giunti a capo di nulla. Quando Levine chiese ad Heisserer che cosa lo avesse emozionato di recente, Heisserer suggerì la collezione di racconti brevi di Chiang, ‘Stories of Your Life and Others’ (2002, Tor Books).
“Ho preso il libro e leggendo mi sono imbattuto in ‘Story of Your Life’, rimanendo a bocca aperta man mano che ne seguivo la trama non riuscivo a credere quanto fosse bella la storia. Un pensiero si ripeteva nella mia testa ‘questa è la cosa più strabiliante che abbia mai letto…spero che i suoi diritti siano ancora disponibili’. L’ho letto avidamente e poi ho dato la caccia a Ted Chiang”, spiega Levine.
Anche Heisserer conferma: “La storia di Ted mi ha preso come poche altre prima non ho reputato le qualità della storia adattabili al racconto cinematografico, però ho provato qualcosa che non sentivo da parecchio tempo. Ha nutrito sia il cervello che il cuore.
Mi ha dato da pensare e mi ha emozionato trattandomi con molto rispetto in qualità di lettore intelligente. Tutto sommato credo che lanci un messaggio ottimista all’umanità, e di conseguenza anche a me stesso”.
“Ciò che amo del racconto è il fatto che contiene diverse sfaccettature quella che mi ha toccato di più è il contatto con la morte di qualcuno. Cosa succederebbe se sapeste in che modo state per morire e quando morirete? Quale sarebbe il vostro rapporto con la vita, l’amore, la famiglia gli amici e la vostra società?
Essere maggiormente in relazione con la morte, in modo intimo con la natura della vita e le sue sfumature, ci farebbe diventare più umili. L’umanità adesso ha bisogno di questa umiltà. Ci troviamo in una era in cui regna il narcisismo. Siamo ad un punto in cui siamo pericolosamente scollegati alla natura. Questo è ciò che il racconto breve ha significato per me - un modo per tornare ad avere un rapporto con la morte, la natura e il mistero della vita”, spiega Villeneuve.
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